pietro allegri


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Chiara's tales

Chiara




I racconti di Chiara


La leggenda dell'Italia, la Sicilia e la Sardegna

Italia era una dea della natura, anzi, era Madre Natura. Un bel giorno Italia fece due figlie, Sicilia, che all'età di dieci anni acquistò i suoi poteri, lei li utilizzava per curare animali feriti e piante malate, voleva garantire la pace in tutto il mondo. Sardegna invece voleva solo avere il potere e conquistare nuovi mondi, Sardegna non aveva i poteri, infatti era gelosissima della sorella, non aveva proprio capito perchè Italia aveva dato i poteri a Sicilia e non a lei. Italia, bella dea dai capelli tricolore, rosso, bianco, verde, non capiva perchè Sardegna volesse tutto quel potere per dominare l'intera galassia, come Sicilia, infatti, Italia voleva solo la pace, per questo che a Sardegna non ha dato i poteri. Sardegna non ce la faceva più a vedere Sicilia così felice con i suoi poteri, così decise di strapparglieli con la forza. Senza farsi vedere rapì la topolina curata da Sicilia e senza pietà la prese a coltellate e la gettò in mare, Corsica, la povera topolina, divenne un'isola, che tutt'oggi chiammiamo Corsica. Sardegna divenne la dea protettrice dei corsi e li addestrò per eliminare Sicilia, questo addestramento durò ben vent'anni in gran segreto. Di miglioni di corsi solo diciotto si opposero: Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia, Veneto, Trentino, Giulia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.

Questi giovani tentarono di fermare l'avanzata dei corsi ma era tardi: i corsi incominciarono a ferire Sicilia e Sardegna divenne sempre più forte. Italia non ce la faceva più ad assistere e preferì uccidersi gettandosi nel mare Mediterraneo, di lei rimase solo lo stivale. La guerra si interruppe e Sicilia e Sardegna si misero a piangere, la lacrima di Sicilia andò vicina allo stivale, perchè lei voleva tanto bene a sua madre; la lacrima di Sardegna andò si vicina allo stivale, ma soprattutto vicino al topo che aveva ucciso. Sicilia assegnò lo stivale in porzioni ai diciotto ragazzi che avevano cercato di impedire la sua morte. I corsi invece preferirono non avere più niente a che fare con quello stivale, così si unirono a una delle sorelle d'Italia: Francia.

Col tempo le dee morirono, ma queste isole possiamo ammirarle tutt'oggi.


(estratto da: I racconti di Chiara, Autunno 2014)


Il cane del passato

Sono qui, nel mio letto, con il lenzuolo sopra di me; le palpebre mi si stanno chiudendo, io mi sto addormentando per entrare nel mondo dei sogni.
Sono qui, in una villetta a Castell'Arquato, sì, la riconosco: questa è la casa dei miei nonni Piergianni ed Elsa. Ma non sono l'unica, con me c'è anche Andrea, mio noioso fratellino, e anche Chiara, una bambina che ho conosciuto durante le vacanze a Lerici.
"Andiamo a vedere se nella siepe c'è un uccellino o un gattino" esclamò Andrea, ma nella siepe non c'era niente; "uffa! sono stufa di cercar ... aspettate un momento! quella cos'è?!?" Chiara ha visto qualcosa, ma io ed Andrea non vediamo niente "Chiara" le dissi " la vedo anch'io, è una scatola!", "ma ... c'è dell'erba!". Andrea non aveva tutti i torti, la scatola era sigillata dall'edera, Andrea mi consigliò di starppare l'edera ed aprire la scatola, ma io e Chiara siamo contrarie. "Facciamo
ambarabà cicci coccò per decidere chi apre la scatola" consigliò Chiara, "ambarabà cicci coccò, tre civette sul comò ... am ba ra bà ci ci co co". Come al solito l'ultimo "" indicò me: mi avvicinai, non appena toccai una foglia d'edera, l'edera si ritirò tutta e finalmente si vide il coperchio della scatola. "Finalmente!" esclamò Andrea "aprila!". Ci pensai un pò, ma alla fine afferrai il coperchio, lo sollevai e lo appoggiai li vicino, poi guardai il contenuto della scatola "che bello!" esclamai "che cos'è?" disse Chiara; nella scatola c'è uno stupendo cucciolo di cane, con degli occhioni verdi ed il pelo lungo, sembra proprio un bastardino.

"E' mio!" disse Andrea. "Si, ma lo voglio anch'io!" dissi; Chiara accettò, ma il nome lo voleva scegliere lei, propose Coccolo; a me questo nome non piace, ma non ero io il problema: ad Andrea il nome Coccolo non piace per nulla, così stanno litigando. Guardai il cucciolo pensando un nome, niente! "Ehm, perchè non lo chiamiamo ... Cane?" Chiara ed Andrea annuirono. "Bambiniii, è pronta la cena!", dissi subito di mettere Cane nel mio zainetto e come dei razzi entrammo in casa. Finito di cenare la nonna ci ha mandato a letto.

Chiara ed Andrea si sono già addormentati, io guardavo Cane pensando "da dove sei venuto?" non riuscivo a dormire, così presi Cane ed una corda e mi calai giù dalla finestra, corsi alla siepe dove c'era la scatala, era di nuovo sigillata dall'edera, toccai una foglia, si aprì, tolsi il coperchio. Stavolta vidi una proiezione: vidi mia zia e mio papà quando erano piccoli "Dick, Dick, dove sei?" mio papà, in particolar modo, era in lacrime "Diiick, dove seiii?!?". Cane guardò mio papà con occhioni tristi, molto tristi! ero commossa!
E se Cane fosse Dick? E se quella scatola fosse una specie di macchina del tempo? guardai Cane, in realtà, forse Dick; "ma si, forse è meglio così" appoggiai Can... Dick nella scatola ... sparì! si vide saltare fuori da un cespuglio nella proiezione, correva, correva, e non appena vide mio papà in lacrime, gli saltò in braccio; il papà era felice, anzi, felicissimo! Chiusi la scatola; l'edera la sigillò.

Si, è meglio così, la storia non va cambiata!

(estratto da: I racconti di Chiara, Estate 2014)


Il quadro magico

Tutti noi conosciamo il celebre pittore Vincent Van Gogh.
Dovete sapere che prima di morire ha fatto molti quadri, ma per me il più bello e poetico è intitolato
La Campagna, un quadro a dir poco leggendario ed unico: narra la leggenda che Van Gogh, il giorno prima di morire, ha iniziato (e concluso) La Campagna. Sapeva di dover morire, quindi pregò affinché quel quadro fosse custodito dalla sua protettrice finché non fosse arrivato al mondo un pittore che lo avrebbe custodito come lo avrebbe fatto lui. Finita la preghiera si diresse all'ospedale.
Tre anni dopo il quadro di Van Gogh fu messo al sicuro dalla sua protettrice Delia e messo sul fondo del lago di Dreamland, il paese dei sogni, e custodito da due serve di Delia: Siena ed Irene, due belle forti sirene.
Cento anni dopo venne al mondo Sara, una bambina bella ed onesta. Per quindici anni fu sempre stata appassionata alla pittura moderna ed antica; volle perfino iscriversi ad una scuola d'arte, ma non l'accettarono.

A sedici anni ormai rassegnata di non poter diventare pittrice fece un sogno: sognò Dreamland, Delia, Siena ed Irene ed anche La Campagna; insomma, sognò cos'era successo in passato. Quando si svegliò vide un cerchio di luce; Sara, attratta, si avvicinò e la forza della luce la spinse dentro: era terrorizzata! Si ritrovò sdraiata su una montagna, alzò lo sguardo e vide uccellini arcobaleno, ricci volanti e fenici; abbassò lo sguardo e vide animaletti di luce, Pegaso e Minotauri; guardò a sinistra e vide piante che parlarono ed infine, a destra, c'era un lago con sirene che saltavano "non ci sono dubbi: questa è Dreamland, il paese dei sogni!". In quell'istante scivolò giù dalla montagna, stava per schiantare quando Etna, la sua fata-sirena protettrice l'afferrò "chi sei?" domandò Sara "sono Etna, la tua protettrice", Sara rimase perplessa per qualche secondo "sai Etna, questa notte ho sognato ... E' vero?" Etna ascoltò bene il sogno di Sara e rispose "non so ... ma il lago è sotto di te puoi andare a controllare, buona fortuna!" mollo subito Sara che cadde nel lago "Etnaaa, non so respirare sott'..." spash! Sara cadde dentro il lago di Dreamland, il suo primo pensiero fu di tornare a galla per respirare, poi si accorse che nel mondo dei sogni si può fare quello che si vuole, quindo immaginò di essere una sirena ed in meno che non si dica ... si trasformò!
Con i suoi occhioni azzurri e capelli biondi le stava bene la coda rosa: nuotò, nuotò e nuotò ancora finché trovò una conchiglia gigante. Immaginò un pennello ed una tavolozza e fece un disegno sopra la conchiglia: disegnò dei pesci variopinti. La conchiglia si aprì: dentro c'erano Siena ed Irene "è lei, è lei" esclamò Siena " non spingere! ho capito!" sbottò Irene. Poi Irene gridò "De..." Siena concluse "...lia" ed in coro esclamarono " Delia!". Si formò un mulinello e da li uscì Delia; Sara era stupita! "sei tu, non so ...". Delia sorrise e Sara le chiese "chi sono io? io sono Sara" Delia rise e le spiegò tutto ... "quindi la futura pittrice sei tu! tieni, questo è tuo; mi raccomando, trattalo bene ... anzi ... benissimo!" Sara chiuse gli occhi e si ritrovò con il quadro in mano sul suo letto.
Ovviamente fece come gli aveva detto Delia e pensò "quando sarò morta pregherò per Etna".

Il quadro passera a generazioni future, forse un giorno potreste averlo voi!

(estratto da: I racconti di Chiara, Estate 2014)



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